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Il progetto di Final Touch#2 The Poetess approda a Locarno

FINAL TOUCH: INTENSE FEEDBACK FROM EXPERTS, l’offerta settoriale di altissimo livello che ha l’obiettivo di sostenere giovani filmmakers nel perfezionamento dei rispettivi film e documentari per il cinema è un progetto, organizzato dalla Film Commission dell’Alto Adige e Bolzano Film Festival Bozen, che offre ai giovani filmmaker la chance di dare un ultimo tocco al proprio progetto nel corso di un colloquio confidenziale con un team interdisciplinare di esperti e di discutere i parametri individuali per far esordire con successo il proprio film.
Nel 2017 si è anche aggiunto il FINAL TOUCH ARRI Media post-production prize ad un progetto che ha colpito in modo particolare gli esperti, del valore di 5.000 Euro e che è stato assegnato al lavoro di Andreas Wolff e Stefanie Brockhaus, “Behind the Veil“ (Monaco).

Il documentario – che nel frattempo è stato finito e ha preso il nome definitivo di “The poetess”, racconta la vita di una poetessa 43enne dell’Arabia Saudita, che con la sua vita e il suo lavoro si oppone ai duri dettami patriarcali del suo popolo, rendendo la sua protesta pubblica attraverso la partecipazione al popolare show televisivo „Million’s Poet“ – approda tra pochi giorni alla Settimana della Critica del festival di Locarno, dove sarà presentato in prima mondiale.

Il team del festival si congratula con i registi Andreas Wolff e Stefanie Brockhaus per essere stati selezionati a Locarno con The poetess, un film alla cui riuscita ha contribuito anche Bolzano Film Festival Bozen!

Eco della stampa 2017

…una rassegna in crescita, capace di confrontare la propria vocazione di ponte tra Nord e Sud, di confronto fra la cinematografia dei Paesi tedescofoni e quella italiana, prezioso anello di una catena di rassegne internazionali che lavorano in sinergia. Fabio Zamboni, Bolzano Magazine 1/2017

[…] Bis heute haben sich die Bozner Filmtage dank der tatkräftigen Unterstützung seiner Sponsoren, aber vor allem dank der vielen, großteils ehrenamtlichen Mitarbeiter zu einem Filmfestival entwickelt, das dem internationalen Vergleich standhält. Zu verdanken ist das auch den erfolgreichen und langjährigen Festival-Managern, der Festivalleiterin Helene Christanell und dem Programmleiter Martin Kaufmann. Es gibt sogar ein Filmfestival-Hotel – nahe dem Veranstaltungsort in Bozen: Im historischen „Laurin“ treffen sich Stars und Sternchen. Dass das Filmfestival in Bozen von der in- und ausländischen Filmbranche und vom heimischen Publikum so geschätzt und geliebt wird, macht nicht nur sein Standort an der deutsch-italienischen Sprachgrenze aus, die eine spezielle mehrsprachige Mischung der Filme und Gäste begünstigt, sondern auch die ganz besondere Atmosphäre eines kleinen, überschaubaren Filmfestivals, in dem den Gästen inmitten einer wunderbaren (Urlaubs-)Landschaft viel Raum für Gespräche, Begegnungen und kulinarische Genüsse geboten wird. Metropol.News.de vom März 2017

Das Film Festival Bozen schaut nach vorn. Heuer ganz besonders. Und es schaut zurück. Beides Mal geht es darum, das Kino wieder zu finden. Allein ein Blick auf den Wettbewerb als prominenteste Sektion verrät, wie aufgeweckt die Filmtage sind. Heinrich Schwazer, Neue Südtiroler Tageszeitung, 05.04.17

„Es gibt doch kaum ein Filmfestival, wo man mit so vielen Leuten in Kontakt kommen kann. Meistens ist ein Festivalbetrieb sehr hektisch, sehr groß aufgezogen, man hat eigentlich wenig Möglichkeiten mit Filmemachern, mit Leuten aus der Branche zu sprechen. Das ist in Bozen sehr gut und sehr einfach möglich, bei schöner Umgebung und gutem Essen!“
Evi Romen, Editorin und Expertin im Final Touch Programm, Radio Rai Südtirol 08.04.2017

„Das Filmfestival ist essentiell für die Filmkultur, für mich ist das Filmfestival Sauerstoff. Nicht nur das Filmfestival, sondern das ganze Konzept des Filmclubs. Als ich 17, 18 Jahre alt war, also Mitte der 1980er Jahre war das gelebter Ausdruck einer zweisprachigen Kultur. Es sind deutschsprachige Filme gezeigt worden, es sind italienischsprachige Filme gezeigt worden, einzigartig in Südtirol“. Valerio Moser, Produzent Miramonte, Radio Rai Südtirol 08.04.2017

„Der Filmclub war für mich immer sehr wichtig, der einzige Ort in Südtirol, wo man Filmkunst sehen konnte, wo man Leidenschaft für das Kino entwickeln konnte. Ich habe interessanterweise auch im Filmclub meinen Zivildienst gemacht und war dann bei zwei Festivalausgaben ziemlich eng beteiligt. Das waren noch die Anfangsjahre, Ende der 80er Jahre – und diese Zeit hat sicher auch meine Leidenschaft fürs Kino, fürs Filmemachen geprägt.“ Andreas Pichler, Filmemacher Miramonte, Radio Rai Südtirol 08.04.17

Alla conferenza stampa al Laurin, assediato da telecamere e microfoni, Michele Placido ha commentato così il Premio alla Carriera che è venuto a ritirare: „Prendere un premio qui, al confine, mi ricorda il premio come miglior attore ricevuto tanti anni or sono alla Berlinale. Del resto sono sempre contento di ritornare a Bolzano. Pensate che i trentini si lamentano spesso con me perché preferisco l’Alto Adife alla loro provincia.“ Fabio Zamboni. Alto Adige 08.04.2017

„Natürlich freut es mich, dass man die Qualität meiner Arbeit schätzt, besonders hier, weil Bozen eine Grenzstadt ist und als Mittler zwischen Italien und Europa fungiert.“ Michele Placido, Dolomiten, 08.04.2017

Trentun anni e non mostrarli. La 31esima edizione del Bolzano film festival ha mantenuto la stessa freschezza dei primi aventurosi Bozner Filmtage, quando si contrabbandavano i film delle avanguardie europee per mostrarle anche a Bolzano. Corriere dell’Alto Adige, 09.04.17

Das Bozner Filmfestival und die Jurys bewiesen heuer jedenfalls ein Gespür für junge Talente … Keine Spur von der Dominanz alter männlicher Filmemacher, wie bei anderen Filmfestivals. Marian Wilhelm, Dolomiten, 11.04.17

„Jung, weiblich, unkonventionell: Es war ein Festival der Frauen, eines der Jugend, der mutigen Jurys und der hohen Qualität“ Renate Mumelter, Neue Südtiroler Tageszeitung, 11.04.17

Unter dem Titel „Bozen zu Ostern fast ausgebucht“ äußert sich Roberta Agosti, Direktorin des Verkehrsamtes erfreut über die gute Bettenauslastung und betont: „Vor allem das Filmfestival habe dem Tourismus in Bozen Anfang April in die Karten gespielt.“ stol.it vom 12.4 2017

This was BFFB 2017: Thank you!

I vincitori della 31esima edizione di BOLZANO FILM FESTIVAL BOZEN

Premio Provincia autonoma di Bolzano al miglior lungometraggio
DAS UNMÖGLICHE BILD di Sandra Wollner

menzione speciale per KATER di Händl Klaus

Premio Fondazione Cassa di Risparmio di Bolzano al miglior documentario
HAPPY della regista Carolin Genreith

menzione speciale per THE GOOD INTENTIONS di Beatrice Segolini e Maximilian Schlehuber

Premio del pubblico Città di Bolzano
Die Geschwister di Markus Mörth

Premio giuria studenti Euregio (Tirolo, Alto Adige e Trentino)
LA RAGAZZA DEL MONDO di Marco Danieli.

Di seguito le motivazioni delle giurie:

Premio Provincia autonoma di Bolzano al miglior lungometraggio
“Raccontando con un linguaggio che appartiene a tutti noi, cioè la memoria e l’immaginario, e facendo anche una riflessione su come filmare una storia, il film premiato ci ha colpito in un modo particolare, facendoci anche riflettere. Come giurati, teniamo a citare questi tre frasi che si ritrovano alla fine del film:
«Forse immaginare qualcosa è come ricordarselo.
Solo con le immagini non si registra niente.
La memoria è così inaffidabile che potrebbe anche essere il futuro.»
Una menzione speciale della giuria va al film KATER di Händl Klaus: per l’osservazione del sentimento della fiducia e di ciò che accade quando questo sentimento viene tradito.”

Premio Fondazione Cassa di Risparmio di Bolzano al miglior documentario

Per la capacità di compiere un viaggio che è al tempo stesso, conoscenza di una cultura diversa e cambiamento di un punto di vista, non solo di protagonisti ma anche del pubblico, sorretto da una forte onestà intellettuale, e un raffinato gusto estetico, la giuria assegna il primo premio per il miglior documentario al film HAPPY di Carolin Genreith
La giuria assegna una menzione speciale al film The Good Intentions di Beatrice Segolini e Maximilian Schlehuber: Uno sguardo lucido e spietato all’interno di una costellazione familiare di cinque persone dove si discute molto e si fuma anche di più, che grazie al film comincia a sgretolarsi e ad innescare un cambiamento.

Premio giuria studenti Euregio (Tirolo, Alto Adige e Trentino)

Il film vincitore assegnato dalla giuria studenti, composta da:
Chiara Bonoldi, Bolzano (Südtirol/Alto Adige), Elisa Leimgruber, Girlan (Südtirol/Alto Adige),
Greta Maurer, Bozen (Südtirol/Alto Adige), Davide Angeli, Trento (Trentino), Marco Filippo, Trento (Trentino), Giona Vettori, Trento (Trentino), Vanessa Egger, Kaprun (Salzburg), Greta Longariva, Innsbruck (Tirol), Irene Mallaun, See (Tirol) e seguita dai tutor esperti Arnold Schnötzinger e Werther Ceccon è:

LA RAGAZZA DEL MONDO di Marco Danieli.

“La nostra scelta premia un film che ci ha particolarmente coinvolti e che allo stesso tempo ha messo in atto un processo di consapevolezza che ci ha fatto riflettere. Un film che si batte per la libertà, la passione e i sentimenti autentici in contrapposizione ad una vita caratterizzata dalle ristrettezze di una esistenza quasi esclusivamente religiosa e da forti condizionamenti familiari. Un film contraddistinto da una narrazione profonda, da una convincente prova degli attori e da un alto grado di coinvolgimento emotivo con i dissidi interiori dei protagonisti. Per questo la scelta della Giuria giovanile dell’Euregio va al film “La ragazza del mondo“ di Marco Danieli.”

Andreas Pichler + Valerio B. Moser = Miramontefilm

 

 

„Es geht darum, das Kleine universal zu machen“

Die Filmemacher Andreas Pichler und Valerio B. Moser gründeten im Jahr 2005 die Bozner Produktionsfirma Miramontefilm. Beide kennen sich seit vielen Jahren, haben zusammen die Schule für Fernsehen und Film Zelig in Bozen im ersten Ausbildungszyklus Anfang der 1990er Jahre besucht und drehen, schreiben, produzieren seither mit Leidenschaft Dokumentarfilme für Kino und TV, im südtiroler aber auch im europäischen Kontext, gestalten Kunstprojekte, Werbefilme. Sie sind ein eingespieltes Team und kennen sich so gut wie ihre Westentasche. Tatsächlich? Andreas Pichler und Valerio B. Moser im Kreuzinterview mit Angelika König und Antonella Arseni

Andreas Pichler, Sie sind der Regisseur und Autor bei Miramonte, Valerio B. Moser kümmert sich um die Produktion. Was kann Valerio B. Moser gut? Was gar nicht?

Andreas Pichler: Was Valerio sehr gut kann, ist die Projekte von ihrer verwaltungstechnischen Seite zusammenzuhalten. Die Ziffern stimmen am Ende und er schaut darauf, dass wir am Ende gut dastehen. Wir hatten schon Projekte, wo sehr wenig Geld da war, und hier einen Partner zu haben, der weiß, wo er aufpassen muss, wie weit wir gehen können, das ist schon unheimlich wichtig. Als Gesprächspartner für Projekte ist er natürlich auch wichtig, im Vorfeld diskutieren wir viel. Was er nicht so gut kann, ist Rohschnitte zu beurteilen, finde ich. Im Vorfeld finde ich sein Feedback unheimlich wichtig, aber wenn es um Rohschnitte geht, dann kann ich nicht viel mit dem anfangen, was du mir sagst (lacht).

È Lei Valerio B. Moser, cosa dice di Andreas Pichler, dopo questa collaborazione che dura più di 15 anni?

Valerio B. Moser: Io sono contentissimo della regia, dello stile di regia di narrare argomenti anche molto complessi, con una correttezza che io ammiro molto. Andi cerca di arrivare al nocciolo della questione tenendosi il più fuori possibile e dandosi comunque un suo stile alla ricerca che fa. Cosa non mi piace è…che è molto leone. Lui apprezza l’ammirazione di tutto il mondo. A me invece mi piace avere gente che il nostro film non piace… Invece Andreas vuole un consenso universale per quello che fa.

Andreas Pichler:  Also ich komme nicht damit zurecht, wenn mich jemand kritisiert, meinst du?

Valerio B. Moser: Si, te la prendi troppo, si vede proprio che soffri.

Andreas Pichler, der rote Faden, der sich durch Ihre Filme zieht, sind gesellschaftliche Umbrüche wie auch der Umgang mit der Natur. Da sind z.B. „Call me Babylon“ aus dem Jahr 2003, „Die Lithium Revolution“, „Ausverkauf Europa“, Dokumentarfilme, die ausgezeichnet wurden, auch wegen der gründlichen Recherche. Welcher rote Faden zieht sich durch Valerios Projekte und Produktionen?

Andreas Pichler: Wir sind uns da relativ ähnlich, sonst wären wir wahrscheinlich nicht so lange zusammen. Aber Valerio hat eine besondere Sensibilität, wenn es um Zweisprachigkeit geht, um Interethnizität, um Minderheitenthemen. Das hat auch sicherlich mit seiner eigenen Geschichte zu tun, er ist zweisprachig aufgewachsen. Da merke ich immer, dass seine Augen anfangen zu leuchten, wenn es um diese Themen geht.

Valerio B. Moser, Sie haben Ende der 1990er Jahre den Film „Stichwort Zweisprachigkeit“ gedreht. Derzeit wird in Südtirol wieder viel über mehrsprachige Schulen diskutiert. Hat sich in der Diskussion etwas verändert, oder sind wir noch da, wo wir Ende der 1990er Jahre standen.

Valerio B. Moser: Ich glaube, wir stehen noch da, wo wir damals waren. Heute sehe ich die Diskussion aber etwas anders, aus einer anderen Warte, ich bin Vater und sehe das Schulsystem jetzt anders. Meiner Meinung nach ist es weniger ein Problem des Erlernens einer Sprache, als ein Problem der Erwartungshaltung der Eltern. Ich höre von enttäuschten Eltern, die ihre Kinder monolingual aufziehen, und sich wundern, wenn ihre Kinder in der vierten Grundschule noch kein deutsch sprechen. Es hängt weniger mit dem zusammen, was Kinder leisten, als vielmehr was sich Eltern erwarten. Zudem frage ich mich in dem Zusammenhang: Ist die zweite Sprache nur da, um sozial integriert zu sein, besser zu verdienen – oder gibt es auch andere Gründe?

In tutti questi anni di collaborazione, Valerio B. Moser, c’è un progetto, una produzione che Le sta più al cuore che altri?

Valerio B. Moser: Sicuramente la tematica del turismo di massa. È il primo film che abbiamo coprodotto, “Le mie tre cime” (“Meine drei Zinnen”), un approccio molto personale del regista, di Andreas Pichler, alla tematica. Ne racconta di uno sfruttamento di un monumento naturale come sono le tre cime, ed è un tema che si ripeta anche in “Teorema Venezia”. Un filo rosso.

Andreas Pichler: Ja, das “Venedig Prinzip” läuft heute noch in einigen Städten, ganze Gemeinderäte schauen sich den Film an, in Amsterdam, in Barcelona…weil das Thema Massentourismus in urbanen Räumen viele betrifft, und es nicht nur darum geht, soviel Geld wie möglich zu machen. Wenn du einmal eine Struktur zerstört hast, dann lässt sie sich auch nicht mehr herstellen. Das ist sicher ein zentrales Thema, das uns immer wieder beschäftigt. Wahrscheinlich weil wir hier aufgewachsen sind. Es ist zwar jetzt auch so, dass wir kleinere Werbefilme für die IDM machen, für Südtirol, aber das war auch ein größerer Prozess. Den Tourismus zu leugnen, oder zu sagen, den Tourismus wollen wir nicht, wäre ja utopisch. Ich bin jetzt viel in Südtirol unterwegs und der Reichtum, den wir haben, der wäre ohne Tourismus nicht möglich. Ich kenne viele tolle Projekte, alternative Projekte, die könnten alle nicht überleben, wenn es nicht den Tourismus gäbe. Und deshalb ist unser Blick jetzt auch differenzierter, es gibt Tourismus und Tourismus. Das habe ich gelernt, von „Meine drei Zinnen“, über „Venedig Prinzip“ zu heute.

Quale era il vostro progetto più difficile, dove era difficile trovare un consenso fra di voi, dove avete litigato?

Valerio B. Moser: Litigato, no, questo mai. Discussioni sì, ma litigato – mai. Io devo dire che i progetti più difficili erano quelli dove ho lavorato con registi che non erano Andreas. Erano quasi sempre progetti di low budget, di giovani registi, dove abbiamo fatto molti compromessi – e guadagnato quasi niente.

Andreas Pichler: Ja, das gehört auch zu unserer Unternehmensphilosophie. Es gibt meine Projekte, es gibt Valerios Projekte, es gibt unsere Projekte, aber es war immer schon ein Anliegen, anderen Filmemachern, südtiroler Filmemachern eine Plattform zu bieten, soweit es unsere Zeit zulässt. Wie z.B. der Film „Nadja & Svetla“ von Maura Delpero. Wir haben den Film sogar initiiert, über badanti, das war ein Film, wo es unglaublich schwierig war die nötigen Gelder aufzutreiben, niemand hat daran einen Cent verdient, das bisschen Geld ging dann in die Produktion. Aber wir fanden es wichtig, dass ein Film über die ausländischen Pflegerinnen gemacht wird. Dass so ein Film dann in Italien relativ gut lief und auch einige Preise gewonnen hat, das ist dann natürlich gut.

Ihr arbeitet ja viel im europäischen Kontext. Der jüngste Film, der in Kürze zu sehen sein wird heißt „Der vierte Kontinent“, über das Haus der Solidarität in Brixen. Dieser Film wird von Südtirol gefördert, aber auch von Deutschland koproduziert. Ist diese kleine Realität in Südtirol denn für den deutschen Filmmarkt interessant?

Andreas Pichler: Ja, die junge Produzentin Tanja … aus Leipzig ist sogar auf uns zugekommen, sie hatte in der Süddeutschen Zeitung einen Artikel darüber gelesen und fand das Haus, und wie es funktioniert, eine spannende Sache. Bei diesen Projekten geht es schlussendlich immer darum, dass man das Kleine universal macht. Es geht darum, dass man eine gute Geschichte erzählt, die über die Landesgrenzen hinausgeht. Das war immer unser Anspruch bei solchen Projekten. Das ist überhaupt das um und auf beim Dokumentarfilm, dass man gute Geschichten erzählt, die universal sind, jenseits des thematischen Interesses. Am Ende möchten wir gute Geschichten erzählen, vielleicht sogar bessere als in Spielfilmen (schmunzelt).

Tra 10 anni, come vi vedete? A che temi vi lancerete?

Valerio B. Moser: Io non sono un grande pianificatore, vado molto a vista. Però attualmente c`è un tema che ci interessa molto, ed è quello del pubblico e del privato. Che ruolo ha il pubblico oggi nella nostra società? Tutti ne parlano male, sono delusissimi di questi sistemi pubblici, come se fossero tutti dei ladri, dei criminali. Quindi questa grande crisi d’ identità del pubblico e quanto guadagna poi il privato di questa crisi, stiamo lavorando su un progetto in questa direzione…

Andreas Pichler: Grundsätzlich sind Dokumentarfilmer immer nach vorne gerichtet, also: Wo gehen wir hin, wie entwickelt sich unsere Gesellschaft? Was für ein Leben wollen wir? Diese Fragen stecken immer in all unseren Projekten. Themenmäßig ist das eine Linie, die wir verfolgen. Als Firma haben wir schon mehrere Phasen hinter uns. Wir haben begonnen, bevor es eine Filmförderung gab in Südtirol, da war es für uns immer essentiell im Netzwerk zu arbeiten, in europäischen Koproduktionen. Wir waren dann oft die kleinen Mitproduzenten, obwohl wir die Idee hatten. Aber wir hatten eben nur wenig Geld. Mit der Filmförderung geht das jetzt etwas besser. Wir hatten auch bereits Angestellte, Leute, die für uns gearbeitet haben, aber meistens waren wir zu zweit. Wir haben dann vor zwei Jahren beschlossen, dass wir nicht größer wachsen möchten. Valerio war das ein großes Anliegen, weil er vielleicht nicht so gerne delegiert (lacht)?

Valerio B. Moser: Nein, wegen der positiven Chemie…la chimica positiva di Miramonte è il lavoro a due. Ingrandirsi significherebbe portare altro capitale umano, perché noi due siamo già al limite. C’è stato un periodo dove cercavamo un possibile terzo socio però non ci convinceva, non siamo riusciti a trovare una terza persona che sia in grado di entrare in un nucleo a due già cosi consolidato. E poi sono anche un po’ fifone, non mi piacerebbe fare dei compromessi, fare delle cose per creare volume di soldi che non ne siamo poi tanto convinti.

Al filmfestival di Bolzano ci sarà uno spazio dedicato a voi, alla vostra ditta di produzione Miramonte, che è molto importante per L’ Alto Adige. I film che verranno progettati sono film degli primi anni della vostra ditta. Qual è vostro film documentario più preferito?

Andreas Pichler: Aus der Miramonte Produktion ist das sicherlich “Das Venedig Prinzip”, weil er mit einem unserer zentralen Themen, dem Tourismus, zu tun hat, weil er in Italien und außerhalb gut lief und beim Publikum gut angekommen ist. Darüber hinaus: Einer der Filme, der mich am stärksten geprägt hat ist „Le mepris“ von Jean Luc Godard. Godard überhaupt hat mich sehr geprägt, während meiner Studienzeit und auch jetzt als Filmemacher.

Valerio B. Moser: À me piacciono le commedie sinceramente. Mi piacciono anche i “Kammerspiele”, questi drammoni americani tipo il conflitto padre figlio, la gatta sul tetto che scotta, quello stile li. Anche la commedia britannica mi piace tantissimo, il mio attore preferito è Peter Sellers.

Das Kino hat in Italien eine große Tradition. In welche Richtung geht der italienische Film derzeit?

Andreas Pichler:  Ich arbeite derzeit an einem Film über “Baumi”, dem südtiroler Produzenten Karl Baumgartner, und dieser Film geht auch der Frage nach, in welche Richtung sich das Filmgeschehen, das Kino entwickelt, generell. Auf Italien bezogen ist es so, dass es extrem wenige Produktionen gibt, jetzt im Vergleich zu Deutschland. Aber diese sind sehr gut. Ich liebe Sorrentino, Garrone, das sind tolle Leute und ich glaube, das Feeling für das Kino ist in Italien sehr stark, das Handwerk ist gut. Aber die Produktionsstrukturen sind ein Desaster, darunter leiden auch wir als Produktionsfirma, weil es extrem schwierig ist, zu Geld zu kommen. Das ist eine echte Tragödie. Generell beobachte ich, und das ist vielleicht auch interessant für Bozen, dass sich die Festivallandschaft vom Publikum trennt. Meistens laufen die Preisträgerfilme von Festivals nicht gut im Kino – und das teilweise zu Recht, weil sie oft zu abgehoben, zu anstrengend sind.  Es gibt immer wieder tolle Ausnahmen, wie der deutsche Film Toni Erdmann z.B.. Aber ich finde die Diskrepanz zwischen den Filmen, die auf den großen Festivals laufen, und die dort Preise gewinnen und den Filmen, wo das Publikum hingeht immer größer. Die Deutschen sagen, dass Arthousefilme, also das was wir als gutes Kino bezeichnen, sehr schwierig sind, kein Publikum finden. Aber insgesamt sind die Zahlen im Kino super, die Leute gehen ins Kino, nur schauen sie sich eben andere Filme an. Da müssten die Produzenten mehr ans Publikum denken. Oder man macht das wie das Theater, man schaut gar nicht auf die Publikumszahlen und produziert für das Festival. Im Dokumentarfilmbereich ist es da etwas anders, der Dokumentarfilm war in Mitteleuropa noch nie so populär, wie im Moment.

Non farete mai un film fiction?

Valerio B. Moser: Dipende in che ruolo.

Andreas Pichler: Come attore?

Valerio B. Moser (lacht): La curiosità c’è! Come produttore no, questo no, ma come attore…

Grazie, Danke für das Gespräch!

„Es geht darum, das Kleine universal zu machen“

Die Filmemacher Andreas Pichler und Valerio B. Moser gründeten im Jahr 2005 die Bozner Produktionsfirma Miramontefilm. Beide kennen sich seit vielen Jahren, haben zusammen die Schule für Fernsehen und Film Zelig in Bozen im ersten Ausbildungszyklus Anfang der 1990er Jahre besucht und drehen, schreiben, produzieren seither mit Leidenschaft Dokumentarfilme für Kino und TV, im südtiroler aber auch im europäischen Kontext, gestalten Kunstprojekte, Werbefilme. Sie sind ein eingespieltes Team und kennen sich so gut wie ihre Westentasche. Tatsächlich? Andreas Pichler und Valerio B. Moser im Kreuzinterview mit Angelika König und Antonella Arseni für die Südtiroler Tageszeitung

Andreas Pichler, Sie sind der Regisseur und Autor bei Miramonte, Valerio B. Moser kümmert sich um die Produktion. Was kann Valerio B. Moser gut? Was gar nicht?

Andreas Pichler: Was Valerio sehr gut kann, ist die Projekte von ihrer verwaltungstechnischen Seite zusammenzuhalten. Die Ziffern stimmen am Ende und er schaut darauf, dass wir am Ende gut dastehen. Wir hatten schon Projekte, wo sehr wenig Geld da war, und hier einen Partner zu haben, der weiß, wo er aufpassen muss, wie weit wir gehen können, das ist schon unheimlich wichtig. Als Gesprächspartner für Projekte ist er natürlich auch wichtig, im Vorfeld diskutieren wir viel. Was er nicht so gut kann, ist Rohschnitte zu beurteilen, finde ich. Im Vorfeld finde ich sein Feedback unheimlich wichtig, aber wenn es um Rohschnitte geht, dann kann ich nicht viel mit dem anfangen, was du mir sagst (lacht).

È Lei Valerio B. Moser, cosa dice di Andreas Pichler, dopo questa collaborazione che dura più di 15 anni?

Valerio B. Moser: Io sono contentissimo della regia, dello stile di regia di narrare argomenti anche molto complessi, con una correttezza che io ammiro molto. Andi cerca di arrivare al nocciolo della questione tenendosi il più fuori possibile e dandosi comunque un suo stile alla ricerca che fa. Cosa non mi piace è…che è molto leone. Lui apprezza l’ammirazione di tutto il mondo. A me invece mi piace avere gente che il nostro film non piace… Invece Andreas vuole un consenso universale per quello che fa.

Andreas Pichler:  Also ich komme nicht damit zurecht, wenn mich jemand kritisiert, meinst du?

Valerio B. Moser: Si, te la prendi troppo, si vede proprio che soffri.

Andreas Pichler, der rote Faden, der sich durch Ihre Filme zieht, sind gesellschaftliche Umbrüche wie auch der Umgang mit der Natur. Da sind z.B. „Call me Babylon“ aus dem Jahr 2003, „Die Lithium Revolution“, „Ausverkauf Europa“, Dokumentarfilme, die ausgezeichnet wurden, auch wegen der gründlichen Recherche. Welcher rote Faden zieht sich durch Valerios Projekte und Produktionen?

Andreas Pichler: Wir sind uns da relativ ähnlich, sonst wären wir wahrscheinlich nicht so lange zusammen. Aber Valerio hat eine besondere Sensibilität, wenn es um Zweisprachigkeit geht, um Interethnizität, um Minderheitenthemen. Das hat auch sicherlich mit seiner eigenen Geschichte zu tun, er ist zweisprachig aufgewachsen. Da merke ich immer, dass seine Augen anfangen zu leuchten, wenn es um diese Themen geht.

Valerio B. Moser, Sie haben Ende der 1990er Jahre den Film „Stichwort Zweisprachigkeit“ gedreht. Derzeit wird in Südtirol wieder viel über mehrsprachige Schulen diskutiert. Hat sich in der Diskussion etwas verändert, oder sind wir noch da, wo wir Ende der 1990er Jahre standen.

Valerio B. Moser: Ich glaube, wir stehen noch da, wo wir damals waren. Heute sehe ich die Diskussion aber etwas anders, aus einer anderen Warte, ich bin Vater und sehe das Schulsystem jetzt anders. Meiner Meinung nach ist es weniger ein Problem des Erlernens einer Sprache, als ein Problem der Erwartungshaltung der Eltern. Ich höre von enttäuschten Eltern, die ihre Kinder monolingual aufziehen, und sich wundern, wenn ihre Kinder in der vierten Grundschule noch kein deutsch sprechen. Es hängt weniger mit dem zusammen, was Kinder leisten, als vielmehr was sich Eltern erwarten. Zudem frage ich mich in dem Zusammenhang: Ist die zweite Sprache nur da, um sozial integriert zu sein, besser zu verdienen – oder gibt es auch andere Gründe?

In tutti questi anni di collaborazione, Valerio B. Moser, c’è un progetto, una produzione che Le sta più al cuore che altri?

Valerio B. Moser: Sicuramente la tematica del turismo di massa. È il primo film che abbiamo coprodotto, “Le mie tre cime” (“Meine drei Zinnen”), un approccio molto personale del regista, di Andreas Pichler, alla tematica. Ne racconta di uno sfruttamento di un monumento naturale come sono le tre cime, ed è un tema che si ripeta anche in “Teorema Venezia”. Un filo rosso.

Andreas Pichler: Ja, das “Venedig Prinzip” läuft heute noch in einigen Städten, ganze Gemeinderäte schauen sich den Film an, in Amsterdam, in Barcelona…weil das Thema Massentourismus in urbanen Räumen viele betrifft, und es nicht nur darum geht, soviel Geld wie möglich zu machen. Wenn du einmal eine Struktur zerstört hast, dann lässt sie sich auch nicht mehr herstellen. Das ist sicher ein zentrales Thema, das uns immer wieder beschäftigt. Wahrscheinlich weil wir hier aufgewachsen sind. Es ist zwar jetzt auch so, dass wir kleinere Werbefilme für die IDM machen, für Südtirol, aber das war auch ein größerer Prozess. Den Tourismus zu leugnen, oder zu sagen, den Tourismus wollen wir nicht, wäre ja utopisch. Ich bin jetzt viel in Südtirol unterwegs und der Reichtum, den wir haben, der wäre ohne Tourismus nicht möglich. Ich kenne viele tolle Projekte, alternative Projekte, die könnten alle nicht überleben, wenn es nicht den Tourismus gäbe. Und deshalb ist unser Blick jetzt auch differenzierter, es gibt Tourismus und Tourismus. Das habe ich gelernt, von „Meine drei Zinnen“, über „Venedig Prinzip“ zu heute.

Quale era il vostro progetto più difficile, dove era difficile trovare un consenso fra di voi, dove avete litigato?

Valerio B. Moser: Litigato, no, questo mai. Discussioni sì, ma litigato – mai. Io devo dire che i progetti più difficili erano quelli dove ho lavorato con registi che non erano Andreas. Erano quasi sempre progetti di low budget, di giovani registi, dove abbiamo fatto molti compromessi – e guadagnato quasi niente.

Andreas Pichler: Ja, das gehört auch zu unserer Unternehmensphilosophie. Es gibt meine Projekte, es gibt Valerios Projekte, es gibt unsere Projekte, aber es war immer schon ein Anliegen, anderen Filmemachern, südtiroler Filmemachern eine Plattform zu bieten, soweit es unsere Zeit zulässt. Wie z.B. der Film „Nadja & Svetla“ von Maura Delpero. Wir haben den Film sogar initiiert, über badanti, das war ein Film, wo es unglaublich schwierig war die nötigen Gelder aufzutreiben, niemand hat daran einen Cent verdient, das bisschen Geld ging dann in die Produktion. Aber wir fanden es wichtig, dass ein Film über die ausländischen Pflegerinnen gemacht wird. Dass so ein Film dann in Italien relativ gut lief und auch einige Preise gewonnen hat, das ist dann natürlich gut.

Ihr arbeitet ja viel im europäischen Kontext. Der jüngste Film, der in Kürze zu sehen sein wird heißt „Der vierte Kontinent“, über das Haus der Solidarität in Brixen. Dieser Film wird von Südtirol gefördert, aber auch von Deutschland koproduziert. Ist diese kleine Realität in Südtirol denn für den deutschen Filmmarkt interessant?

Andreas Pichler: Ja, die junge Produzentin Tanja … aus Leipzig ist sogar auf uns zugekommen, sie hatte in der Süddeutschen Zeitung einen Artikel darüber gelesen und fand das Haus, und wie es funktioniert, eine spannende Sache. Bei diesen Projekten geht es schlussendlich immer darum, dass man das Kleine universal macht. Es geht darum, dass man eine gute Geschichte erzählt, die über die Landesgrenzen hinausgeht. Das war immer unser Anspruch bei solchen Projekten. Das ist überhaupt das um und auf beim Dokumentarfilm, dass man gute Geschichten erzählt, die universal sind, jenseits des thematischen Interesses. Am Ende möchten wir gute Geschichten erzählen, vielleicht sogar bessere als in Spielfilmen (schmunzelt).

Tra 10 anni, come vi vedete? A che temi vi lancerete?

Valerio B. Moser: Io non sono un grande pianificatore, vado molto a vista. Però attualmente c`è un tema che ci interessa molto, ed è quello del pubblico e del privato. Che ruolo ha il pubblico oggi nella nostra società? Tutti ne parlano male, sono delusissimi di questi sistemi pubblici, come se fossero tutti dei ladri, dei criminali. Quindi questa grande crisi d’ identità del pubblico e quanto guadagna poi il privato di questa crisi, stiamo lavorando su un progetto in questa direzione…

Andreas Pichler: Grundsätzlich sind Dokumentarfilmer immer nach vorne gerichtet, also: Wo gehen wir hin, wie entwickelt sich unsere Gesellschaft? Was für ein Leben wollen wir? Diese Fragen stecken immer in all unseren Projekten. Themenmäßig ist das eine Linie, die wir verfolgen. Als Firma haben wir schon mehrere Phasen hinter uns. Wir haben begonnen, bevor es eine Filmförderung gab in Südtirol, da war es für uns immer essentiell im Netzwerk zu arbeiten, in europäischen Koproduktionen. Wir waren dann oft die kleinen Mitproduzenten, obwohl wir die Idee hatten. Aber wir hatten eben nur wenig Geld. Mit der Filmförderung geht das jetzt etwas besser. Wir hatten auch bereits Angestellte, Leute, die für uns gearbeitet haben, aber meistens waren wir zu zweit. Wir haben dann vor zwei Jahren beschlossen, dass wir nicht größer wachsen möchten. Valerio war das ein großes Anliegen, weil er vielleicht nicht so gerne delegiert (lacht)?

Valerio B. Moser: Nein, wegen der positiven Chemie…la chimica positiva di Miramonte è il lavoro a due. Ingrandirsi significherebbe portare altro capitale umano, perché noi due siamo già al limite. C’è stato un periodo dove cercavamo un possibile terzo socio però non ci convinceva, non siamo riusciti a trovare una terza persona che sia in grado di entrare in un nucleo a due già cosi consolidato. E poi sono anche un po’ fifone, non mi piacerebbe fare dei compromessi, fare delle cose per creare volume di soldi che non ne siamo poi tanto convinti.

Al filmfestival di Bolzano ci sarà uno spazio dedicato a voi, alla vostra ditta di produzione Miramonte, che è molto importante per L’ Alto Adige. I film che verranno progettati sono film degli primi anni della vostra ditta. Qual è vostro film documentario più preferito?

Andreas Pichler: Aus der Miramonte Produktion ist das sicherlich “Das Venedig Prinzip”, weil er mit einem unserer zentralen Themen, dem Tourismus, zu tun hat, weil er in Italien und außerhalb gut lief und beim Publikum gut angekommen ist. Darüber hinaus: Einer der Filme, der mich am stärksten geprägt hat ist „Le mepris“ von Jean Luc Godard. Godard überhaupt hat mich sehr geprägt, während meiner Studienzeit und auch jetzt als Filmemacher.

Valerio B. Moser: À me piacciono le commedie sinceramente. Mi piacciono anche i “Kammerspiele”, questi drammoni americani tipo il conflitto padre figlio, la gatta sul tetto che scotta, quello stile li. Anche la commedia britannica mi piace tantissimo, il mio attore preferito è Peter Sellers.

Das Kino hat in Italien eine große Tradition. In welche Richtung geht der italienische Film derzeit?

Andreas Pichler:  Ich arbeite derzeit an einem Film über “Baumi”, dem südtiroler Produzenten Karl Baumgartner, und dieser Film geht auch der Frage nach, in welche Richtung sich das Filmgeschehen, das Kino entwickelt, generell. Auf Italien bezogen ist es so, dass es extrem wenige Produktionen gibt, jetzt im Vergleich zu Deutschland. Aber diese sind sehr gut. Ich liebe Sorrentino, Garrone, das sind tolle Leute und ich glaube, das Feeling für das Kino ist in Italien sehr stark, das Handwerk ist gut. Aber die Produktionsstrukturen sind ein Desaster, darunter leiden auch wir als Produktionsfirma, weil es extrem schwierig ist, zu Geld zu kommen. Das ist eine echte Tragödie. Generell beobachte ich, und das ist vielleicht auch interessant für Bozen, dass sich die Festivallandschaft vom Publikum trennt. Meistens laufen die Preisträgerfilme von Festivals nicht gut im Kino – und das teilweise zu Recht, weil sie oft zu abgehoben, zu anstrengend sind.  Es gibt immer wieder tolle Ausnahmen, wie der deutsche Film Toni Erdmann z.B.. Aber ich finde die Diskrepanz zwischen den Filmen, die auf den großen Festivals laufen, und die dort Preise gewinnen und den Filmen, wo das Publikum hingeht immer größer. Die Deutschen sagen, dass Arthousefilme, also das was wir als gutes Kino bezeichnen, sehr schwierig sind, kein Publikum finden. Aber insgesamt sind die Zahlen im Kino super, die Leute gehen ins Kino, nur schauen sie sich eben andere Filme an. Da müssten die Produzenten mehr ans Publikum denken. Oder man macht das wie das Theater, man schaut gar nicht auf die Publikumszahlen und produziert für das Festival. Im Dokumentarfilmbereich ist es da etwas anders, der Dokumentarfilm war in Mitteleuropa noch nie so populär, wie im Moment.

Non farete mai un film fiction?

Valerio B. Moser: Dipende in che ruolo.

Andreas Pichler: Come attore?

Valerio B. Moser (lacht): La curiosità c’è! Come produttore no, questo no, ma come attore…

Grazie, Danke für das Gespräch!

 

 

Sono stati scelti i finalisti di FINAL TOUCH #2: INTENSE FEEDBACK FROM EXPERTS

Rendiamo noti i nomi dei filmmakers scelti per partecipare al progetto i FINAL TOUCH #2: INTENSE FEEDBACK FROM EXPERTS, l’offerta settoriale di altissimo livello che ha l’obiettivo di sostenere giovani filmmakers nel perfezionamento dei rispettivi film e documentari per il cinema.

I partecipanti all’offerta formativa FINAL TOUCH #2 sono:

Beatrice Dina con “The Barefoot shoemaker“  (Modena) -documentario;
Sarah Trevisol con “Gods for a week“ (Bolzano) – documentario;
Andreas Wolf, Stefanie Brockhaus con “Behind the Veil“ (Monaco) – documentario.

Il progetto, organizzato dalla Film Commision dell’Alto Adige e Bolzano Film Festival Bozen offre ai giovani filmmaker la chance di dare un ultimo tocco al proprio progetto nel corso di un colloquio confidenziale con un team interdisciplinare di esperti e di discutere i parametri individuali per far esordire con successo il proprio film.

Gli esperti ad offrire la loro consulenza durante i workshop 2017 sono: Nikolaj Nikitin (settore Filmfestival), Evi Romen (settore montaggio), Catia Rossi (settore distribuzione), Josef Reidinger (settore postproduzione), Gabriele Röthemeyer e Christiana Wertz (settore fondi di finanziamento).

La novità del 2017 è l’assegnazione del FINAL TOUCH ARRI Media post-production prize ad un progetto che ha colpito in modo particolare gli esperti. Il premio include servizi di postproduzione pari a EURO 5.000 presso la ARRI Media (Monaco).

 

Il festival investe nei sottotitoli

Quasi tutte le opere che vengono presentate nelle varie sezioni del festival sono in lingua originale sottotitolate o in inglese, o in tedesco o in lingua italiana.Per le opere che sono pervenute prive di sottotitoli, ma che comunque sono state scelte come interessanti e quindi incluse nel programma, ha provveduto il festival, stanziando una parte del proprio budget, alla sottotitolazione.

Si tratta ad esempio del film Das unmögliche Bild dell’austriaca Sandra Wollner (2016, 70 min., sottotitoli in italiano) che si svolge a Vienna, Austria ipercattolica degli anni Cinquanta e racconta di un nucleo familiare e di ciò che accade attorno all’indicibile attività della nonna, una delle tante creatrici di angeli: in quegli anni praticava l’illegale attività degli aborti clandestini.

Sottotitolati a cura del festival in lingua italiana sono pure i documentari di Carolin Genreith Happy (2016, 90 min.) dove la regista racconta la solitudine del padre dopo la separazione dalla moglie e la difficile ricerca dell’uomo di una nuova compagna, che  troverà in una ragazza in Thailandia e quello di Corinna Belz Peter Handke – Bin im Wald. Kann sein, dass ich mich verspäte (2016, 89 min.), documentario sulla vita e l’opera di Peter Handke, scrittore, saggista, drammaturgo, poeta, reporter di viaggio e sceneggiatore austriaco di cui parecchie opere sono state tradotte in lingua italiana.
Ha doppi sottotitoli (italiani e tedeschi) infine il film d’apertura del festival Rusty Boys del regista lussemburghese Andy Bausch (2017, 107 min) divertente commedia sugli arzilli Fons, Lull, Nuckes e Jängi, che   non ne vogliono proprio sapere di finire in una casa di riposo. Cosa fare allora? Ma certo:  fondare una comune! Nel suo undicesimo film, il regista lussemburghese  Andy Bausch  (che rappresenta anche a Bolzano FOCUS EUROPA: il Lussemburgo Paese ospite del festival 2017).

Giovanti talenti e molte opere prime

Tra i filmmakers che presentano le loro opere alla prossima edizione del festival spiccano quest’anno i giovani, tra cui molte donne registe. Inoltre ci sono in programma anche numerose opere prime che spaziano in tutte le sezioni del festival, non solo tra i film e documentari scelti per i diversi concorsi

Nel concorso per il miglior documentario, i film Happy di Carolin Genreith e Saro di Enrico Maria Artale (entrambi i filmmakers sono classe 1984) e The good intentions dell’ex studentessa ZeLIG (e primo film ZeLIG in concorso nella storia di BFFB) Beatrice Segolini e di Maximilian Schlehuber (entrambi classe 1991), non sono legati solamente dalla giovane età dei loro registi, ma anche dai temi scelti: tutti si occupano di rapporti familiari, in particolare con il padre.

Diverse opere prime  sono anche presenti nel concorso al miglior lungometraggio, come ad esempio Das unmögliche Bild dell’austriaca Sandra Wollner (classe 1983), oppure Die Einsiedler del nativo bolzanino Ronny Trocker (classe 1978), e ancora I figli della notte di Andrea de Sica (classe 1981), che è anche uno dei 6 film presenti nella sezione Made in südtirol, che accorpa quei film girati in parte sul territorio con il sostegno della IDM Südtirol Alto Adige.

Molti i giovani presenti anche nelle altre sezioni del festival, come adesempio in Local artists, dove troviamo il noir Im Nesseltal di Philipp P. Pamer (classe 1985), Bar Mario di Stefano Lisci (classe 1984), Brennero/Brenner di Julia Gutweniger e Florian Kofler (nati rispettivamente nel 1988 e nel 1986), Thank you George di Jasmin Mairhoher (classe 1989) e Quellmalz di Mike Ramsauer (classe 1981), che ha concorso e poi è stato scelto per partecipare – in fase di lavorazione finale – al progetto FINAL TOUCH#1 organizzato in collaborazione di IDM Südtirol-Alto Adige e che verrà presentato venerdì 7 aprile alle ore 20.00 in anteprima al Capitol 2.

Tutti i sopracitati filmmakers sono ospiti del festival ed alcuni di loro (Sandra Wollner, Ronny Trocker, Mike Ramsauer, Beatrice Segolini e Maximilian Schlehuber) parteciperanno al Salto Talk: giovani registi al festival: il debutto, un incontro moderato dal giornalista Martin Hanni, che avrà luogo venerdì 7 aprile dalle ore 11.00, nel foyer del cinema Capitol a Bolzano e a cui tutti7e sono invitati a partecipare.

I film per bambini/ragazzi a BFFB 20017

Saranno non uno come era di tradizione, ma due, i film per i bambini  alla prossima edizione del festival: uno verrà presentato in lingua tedesca e uno in lingua italiana, sottotitolato in inglese, cui si aggiunge quest’anno anche un cortometraggio per i ragazzi.

Si tratta de La canzone del mare (animazione, Irlanda, Belgio, Danimarca, Lussemburgo, Francia 2014, 93 min., italiano / sottotilato in inglese) del pluripremiato regista irlandese Tomm Moore. Nato a Newry, Irlanda del Nord, nel 1977, Moore ha studiato animazione al Ballyfermot College di Dublino. Ha co-fondato lo studio di animazione Cartoon Saloon e ha scritto, prodotto, animato e diretto cortometraggi e spot pubblicitari. “The Secret of Kells” nel 2010 e “La canzone del mare” nel 2015, sono stati nominato all’Oscar per il Miglior film d’Animazione.

Il film si svolge in un’isola sulla costa dell’Irlanda, dove il piccolo Ben cova risentimento per la sorella minore Saoirse, la cui nascita avrebbe (per quel che ne sa) posto fine alla vita dell’adorata mamma. Il babbo Conor, devastato dal dolore, teme soprattutto una cosa: che la piccola abbracci il destino di sua madre, che come lei era una selkie, cioè una mistica creatura del mare in grado di trasformarsi in foca. Ben comincerà a guardare la sorella in modo diverso, mentre per Saoirse si apriranno le porte di una missione epica… La musica del film è della famosa band irlandese Kila.

Secondo film per ragazzi in programma è Amelie rennt coproduzione italo-tedesca del regista tedesco Tobias Wiemann (2017, 97 min.). Il film, in concorso e premiato a Generation Kplus della 67. Berlinale, sezione che ospita solitamente opere cinematografiche legate al mondo dei bambini e dei ragazzi, è stato girato anche in Alto Adige tra l’Alpe di Siusi e la Valle Aurina la scorsa estate e racconta l’incontro magico tra una ragazzina di città e un ragazzo di montagna. Protagonisti sono la giovane Mia Kasalo e l’attore altoatesino Samuel Girardi, insieme a Susanne Bormann, Denis Moschitto e Jasmin Tabatabai. Menzione speciale a Berlino con la seguente motivazione: “il film, con umorismo e dialoghi pieni di ritmo, descrive la nascita di un’amicizia speciale tra due personaggi affascinanti”

Inoltre verrà poiettato al festival il corto Superheroes di Volker Petters (Germania, 16 min., in lingua tedesca) che racconta le vicessitudini di Phil, che è davvero piccolo per la sua età e per questo viene sempre provocato da Samuel e dai bulletti della sua compagnia. Quando Jo la lesbica, più grande di loro, corre in aiuto di Phil, a Samuel non va bene per niente. Ma Jo e Phil non sono gli unici ad essere diversi e isolati dagli altri

Michele Placido: ospite d’onore di BFFB 2017

Michele Placido ospite d’onore con premio alla carriera alla prossima edizione di Bolzano Film Festival Bozen

L’attore, regista e sceneggiatore italiano Michele Placido (Ascoli Satriano, 19 maggio 1946), a livello internazionale conosciuto per il ruolo del commissario di Polizia Corrado Cattani, interpretato nelle prime quattro stagioni della celebre serie televisiva La piovra, sarà l’ospite d’onore alla prossima edizione del festival del cinema di Bolzano.

Placido, che vinto l’Orso d’argento per il miglior attore al Festival di Berlino per Ernestodi Salvatore Samperi e diversi David di Donatello, dopo essere stato diretto dai più impegnati registi italiani, da Bellocchio a Montaldo, Rosi, i Taviani, Amelio e Ferreri, è comparso anche in commedie brillanti, come Il caimanodi Nanni Moretti.

FILMOGRAFIA DI MICHELE PLACIDO (come regista):  2016  7 minuti, 2015 La scelta, 2012 Il cecchino, 2010 Vallanzasca – Gli angeli del male, 2009 Il grande sogno, 2005 Romanzo criminale, 2004 Ovunque sei, 2002 Un viaggio chiamato amore, 1998 Del perduto amore, 1995 Un eroe borghese, 1992 Le amiche del cuore, 1990 Pummarò

 Omaggio all’ospite d’onore

A Bolzano FilmFestival Bozen 2017 verranno proiettati due dei suoi film da regista, 7 MINUTI (lungometraggio, Italia 2016, 88 min.) e LA SCELTA (lungometraggio, Italia 2015, 86 min.), entrambi in italiano con sottotitoli in inglese.

7 MINUTI: I proprietari di un’azienda tessile italiana cedono la maggioranza a una multinazionale. Sembra che non siano previsti licenziamenti, operaie e impiegate possono tirare un sospiro di sollievo. Ma c’è una clausola nell’accordo che la nuova proprietà vuole far firmare al Consiglio di fabbrica. Undici donne dovranno decidere per sé e in rappresentanza di tutta la fabbrica se accettare la richiesta dell’azienda. Il dibattito si accende in un caleidoscopio di vite diversi e pulsanti di donne, madri, figlie. Da una storia vera.

Il film verrà proiettato il giorno 7 aprile 2017, alle ore 21.15 al CAPITOL 1, in presenza del regista, che riceverà anche i premio del festival alla sua carriera.

LA SCELTA: Quella di Laura e Giorgio potrebbe essere una storia di normale felicità quotidiana, se solo una violenza improvvisa non ne sconvolgesse l’equilibrio, portando alla luce le loro diversità caratteriali. Quando, poi, Laura scopre di essere incinta, il dubbio sulla paternità del bambino mette alla prova il loro amore, costringendo i due coniugi ad affrontare ogni paura e a fare una scelta.

Il film verrà proiettato il giorno 6 aprile 2017, alle ore 20.30 al TEATRO CINEMA RAINERUM.

Dialogo con Michele Placido

Il giorno 7 aprile, alle ore 17.00, presso l’ACADEMY Cassa di Risparmio di Bolzano, in Via Cassa di Risparmio, 16, si terrà un incontro con il regista a cui pubblico e stampa sono invitati a partecipare.

Ecco i membri e i film scelti per la giuria studenti Euregio 2017

Tra tutti i film e documentari in concorso alla prossima edizione del festival, sonon stati scelte 5 opere che verranno giudicate da una giuria composta da ragazzi di 17 anni. Le opere sono state selezionate perché ritenute adatte all’età dei/lle ragazzi/e e sono:

Geschwister  di Markus Mörth
I figli della notte di Andrea de Sica
La ragazza del mondo di Marco Danieli
Unten di Djordje Čenić e Herrmann Peseckas
Café Waldluft di Matthias Koßmehl

I ragazzi che sono stati ammessi a partecipare alla GIURIA STUDENTI EUREGIO 2017 sono 9: tre provengono da scuole superiori del Tirolo, 3 dal Trentino e 3 dall’Alto Adige e sono:

Chiara Bonoldi, Bolzano (Alto Adige), 4. classe del Liceo Linguistico Carducci, Bolzano
Elisa Leimgruber, Girlan (Alto Adige), 5. classe del Liceo Maria Huber, Bolzano
Greta Maurer, Bolzano (Alto Adige), 4. classe Liceo Walther von der Vogelweide, Bolzano
Davide Angeli, Trento (Trentino), 4a classe Liceo Linguistico Sophie Scholl, Trento
Niccoló Fuiano, Trento (Trentino), 4a classe Liceo Linguistico Sophie Scholl, Trento
Giona Vettori, Trento (Trentino), 4a classe ITA San Michele all’Adige
Vanessa Egger, Kaprun (Salisburgo), Medienkolleg Innsbruck
Greta Longariva, Innsbruck (Tirolo), Medienkolleg Innsbruck
Irene Mallaun, See (Tirolo), Medienkolleg Innsbruck

I ragazzi sceglierannola loro opera preferita accompagnati nel percorso da due tutor, Arnold Schnötzinger e Werther Ceccon. Il film vincitore farà poi un tour autunnale nelle tre Regioni dove verrà proiettato in presenza dei ragazzi-giurati e del/lla regista.

Ringraziamo tutti/e i/le ragazzi/e che hanno partecipato alla selezione e ci congratuliamo con i nuovi nove giurati 2017, ai/lle quali auguriamo già ora buon lavoro e buon divertimento al festival!

I film e documentari in concorso

Di seguito i film e i documentari che saranno in concorso alla 31esima edizione di BFFB prevista dal 5 al 9 aprile 2017. Come sempre le opere saranno giudicate rispettivamente da due giurie internazionali ed insieme dal pubblico in sala.

Lungometraggi in concorso

La regista austriaca Sandra Wollner con Das unmögliche Bild accompagna lo spettatore a casa di una famiglia di Vienna, nell’Austria ipercattolica degli anni Cinquanta, che si scoprirà nascondere comportamenti segreti e illegali.

Si va dalla città alle Dolomiti con la coproduzione austro-tedesca Die Einsiedler del regista Ronny Trockner, che racconta di Albert, unico figlio dei contadini Marianne e Rudl, iperprotetto dalla madre, che per lui nasconderà una morte alla comunità.

Markus Mörth firma un’altra coproduzione austro-tedesca, Geschwister, toccante storia di due giovani fratelli moldavi chedecidono di lasciare il loro paese per cercare un futuro migliore.

L’Italia è in concorso con I figli della notte di Andrea De Sica, che ci porta in un collegio per rampolli dell’alta società, dove vengono formati i dirigenti del futuro con metodi duri e rigidi da cui i ragazzi cercano di scappare.

L’Austria si presenta in concorso con il regista tirolese Händl Klaus che con Kater racconta di Andreas e Stefan, due musicisti che convivono con un gatto in un’elegante villa, in un idillio di colpo spezzato da un clamoroso scatto di follia devastante di uno dei due.

Con La ragazza del mondo, l’italianoMarco Danieli racconta del mondo e delle rigide regole dei Testimoni di Geova, attraverso la storia di una ragazzacui viene imposto di non frequentare chi non appartiene alla comunità.

I registi Tizza Covi e Rainer Frimmel tornano al festival con la coproduzione italo- austriaca Mister Universo, storia diTairo, giovane domatore di leoni infelice che perde il suo talismano e decide di intraprendere un viaggio attraverso l’Italia per ritrovarlo.

Il regista italiano, naturalizzato svizzero Rolando Colla è in concorso 7 giorni, storia d’amore tra Ivan e Chiara che si incontrano su un’isola siciliana alle prese con i preparativi del matrimonio del fratello di lui, con la migliore amica di lei.

Documentari in concorso

Della tedesca Carolin Genreith è Happy con cui la regista racconta la solitudine del padre dopo la separazione dalla moglie e la difficile ricerca dell’uomo di una nuova compagna, che troverà in Thailandia.

La regista ligure Federica Di Giacomo porta a Bolzano Liberami, esilarantefilm sul ritorno dell’esorcismo nel mondo di oggi e su come la Chiesa risponda all’emergenza spirituale nominando un numero crescente di preti esorcisti ed organizzando corsi di formazione.

Ancora dalla Germania arriva Peter Handke – Bin im Wald. Kann sein, dass ich mich verspäte di Corinna Belz, sulla vita e l’opera di Peter Handke, scrittore, drammaturgo, saggista, poeta, reporter di viaggio e sceneggiatore austriaco.

Il regista romano Enrico Maria Artale firma Saro, unviaggio alla ricerca di un padre mai conosciuto. Un percorso immaginifico attraverso la Sicilia, tra conversazioni e paesaggi dell’anima.

The good intentions è il documentario in concorso dellagiovane regista bresciana Beatrice Segolini che dopo 7 anni passati lontano, torna a casa con la sua film crew per una una missione difficile: rompere il tabù che vige sulla violenza del padre.

Dalla Svizzera arriva Unerhört Jenisch di Karoline Arn, Martina Rieder, che accompagna il musicista Stephan Eicher tra le montagne svizzere alla ricerca delle tradizioni e della musica jenisch, i nomadi che vivono in Svizzera dal Medioevo.

Unten dei registiDordje Čenić e Hermann Peseckas parte da Linz, Austria, a metà degli anni Settanta per raccontare in un viaggio autobiografico le storie dei lavoratori stranieri.

Cercasi volontari

Ti piace il cinema? Allora cerchiamo proprio te: vieni ad aiutarci al festival!

BFFB cerca volontari per la prossima edizione (5 – 9 aprile 2016) che possano aiutare il team del festival nello svolgimento delle proprie mansioni.

Offriamo, oltre all’entrata gratuita a tutte le proiezioni ed eventi del festival, la possibilità di stare in un ambiente vivo e stimolante dove conoscere il mondo del cinema e i suoi attori dall’interno.

Chi fosse interessato/a può scrivere a: info@filmfestival.bz.it

Spiegazioni dettagliate sui contenuti della collaborazione verranno fornite nei giorni: 30.3.2017, dalle ore 9.00 e le ore 12.00 e venerdì 31 marzo, dalle 16.00 alle 19.00

Call for film projects

FINAL TOUCH #2: INTENSE FEEDBACK FROM EXPERTS è un’offerta settoriale di altissimo livello. L’obiettivo è sostenere giovani filmmakers nel perfezionamento dei rispettivi film e documentari per il cinema.

La Film Commision dell’Alto Adige e Bolzano Film Festival Bozen offrono quindi ai giovani filmmaker la chance di dare un ultimo tocco al proprio progetto nel corso di un colloquio confidenziale con un team interdisciplinare di esperti e di discutere i parametri individuali per far esordire con successo il proprio film.

Gli esperti ad offrire la loro consulenza durante i workshop 2017 sono: Nikolaj Nikitin (settore Filmfestival), Evi Romen (settore montaggio), Catia Rossi (settore distribuzione), Josef Reidinger (settore postproduzione), Gabriele Röthemeyer e Christiana Wertz (settore fondi di finanziamento).

La novità di quest’anno è l’assegnazione del FINAL TOUCH ARRI Media post-production prize ad un progetto che ha colpito in modo particolare gli esperti. Il premio include servizi di postproduzione pari a EURO 5.000 presso la ARRI Media (Monaco).

iscrizioni fino al: 20/02/2017
organizzato da: IDM Südtirol – Alto Adige & Bolzano Film Festival Bozen
quando & dove: 7 – 9 aprile 2017 (i workshop si svolgeranno durante il festival a Bolzano)

Tutte le informazioni per le candidature potete trovarle qui.

Cercasi membri per la giuria studenti dell’Euregio!

 

Dal 2016 Bolzano Film Festival Bozen ha anche una giuria di studenti. Oltre alle due giurie di esperti internazionali chiamati a premiare documentari e lungometraggi e oltre alla giuria popolare costituita dal pubblico in sala, il festival chiama a Bolzano 9 studenti del liceo a giudicare il migliore tra 5-6 film e/o documentari, destinati ad un pubblico giovane.

Scopo del progetto, fortemente voluto dal team del festival e che gode del prezioso sostegno dell’EUREGIO e delle intendenze scolastiche dei Paesi membri, è quello di avvicinare i ragazzi al mondo del cinema, dando loro strumenti di conoscenza dello stesso nell’atmosfera viva e piena di energia ed impulsi di un festival internazionale del cinema.

La composizione della giuria è la seguente: tre studenti provengono dall’Alto Adige, tre dal Trentino e tre dal Tirolo. Gli studenti e le studentesse che fossero interessati/e a partecipare alla prossima giuria studenti 2017 e ad essere accompagnati nel loro lavoro da due tutor esperti di cinema che insegneranno loro varie tecniche di scrittura cinematografica e come si recensisce una pellicola, possono fare domanda al festival entro il 10 febbraio 2017, compilando l’apposito modulo e consultando qui le informazioni necessarie. Tutte informazioni a riguardo vengono anche communicate tramite le intendenze scolastiche delle tre regioni.

Entro il 20 febbraio 2017, una giuria di  esperti sceglie i 9 giurati tra gli studenti che hanno presentato la loro candidatura al festival e ne comunica i nomi alle rispettive scuole. Contemporaneamente viene anche chiesto alle scuole di esentare i/le ragazzi/e scelti dalle lezioni durante i giorni del festival (5-9 aprile 2017) in modo da permettere loro di svolgere ilm loro lavori di giurati/e, che verrà spiegato nei dettagli anche alle scuole.

Uno sguardo al 2017

Internazionale, ma unico nel suo dialogo privilegiato tra il Nord e il Sud, tra tedesco ed italiano, dopo avere da poco festeggiato con successo il suo 30esimo compleanno in una nuova veste e con un nuovo nome, BOLZANO FILM FESTIVAL BOZEN si appresta a consolidare le tante novità introdotte nel 2016 e a regalare giornate speciali anche per la prossima edizone, prevista dal 5 al 9 aprile 2017:

5 CONCORSI E PREMI E 3 GIURIE INTERNAZIONALI
premio al miglior film
premio al miglior documentario
premio del pubblico al miglior film o documentario
premio della giuria studenti Euregio al miglior film o documentario
premio d’onore alla carriera

FINAL TOUCH  l’offerta formativa per giovani filmmakers
FOCUS EUROPA un paese europeo ospite
LOCAL ARTISTS la finestra sui cineasti altoatesini
MADE IN SÜDTIROL la finestra sul cinema girato sul territorio
CAMPUS. INDUSTRY MEETS FESTIVAL Workshop & Speed Dating
locations di proiezione in tutto l’Alto Adige
dialoghi con esperti del settore

 

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I termini per le iscrizioni di film sono scaduti il 15 dicembre!

I termini per l’invio delle opere per il programma Bolzano Film Festival Bozen 2017 sono scaduti il 15 dicembre.

Ringraziamo tutti/e i filmmakers per l’interesse mostratoci nell’invio delle proprie opere, delle quali, visti i pochi giorni di durata del nostro festival, solo una parte potrà essere presa in considerazione e inserita nel programma.  I risultati della scelta saranno comunicati entro fine febbraio insieme al programma definitivo del festival.

eco della stampa 2016

 

„Während andere Grenzen schließen, habt ihr sie geöffnet.“
Philipp Achammer, Landesrat für die deutsche Kultur“Coerentemente, gli organizzatori hanno potuto elaborare
in modo originale la necessità di rafforzare i rapporti con
il mondo professionale: non tentando di costruire, come
accade spesso, uno spazio dedicato al mercato, ma imboccando
con convinzione la strada della formazione della
promozione dei nuovi talenti.”
Cinema & Video international„Das Festival schaut nach Europa”
Südtiroler Tageszeitung„Focus Europa ist eine wichtige Neuerung
des Bolzano Film Festival Bozen 2016“
Dolomiten“Un’edizione di successo che ha visto il piccolo festival
bolzanino crescere moltissimo e ritagliarsi un profilo
sempre più autorevole dentro l’affollato panorama
delle rassegne che guardano al cinema. Un profilo
sempre più internazionale (…)”
Alto Adige„Bolzano Film Festival Bozen:
Wer nicht da war, hat etwas verpasst!“
Südtiroler TageszeitungBFFB.Presseschau. rassegna stampa 2016
https://www.youtube.com/watch?v=JJhHlkx4siI

Andrea Deaglio, Show all this to the world (Trailer)
in concorso al miglior documentario al Bolzano Film Festival Bozen 2016

ospiti 2016

I premi assegnati al Bolzano Film Festival Bozen 2016

I vincitori della 30esima edizione di BOLZANO FILM FESTIVAL BOZEN 2016:


Premio Provincia autonoma di Bolzano al miglior lungometraggio

La giuria internazionale composta da Alessandro AnderloniRené Frotscher e Betty Schiel ha deciso di premiare:

HERBERT di Thomas Stuber come miglior film e di attribuire una menzione speciale a DIE SCHWALBE di Mano Khalil.

Di seguito le motivazioni della giuria:

Il premio per il miglior film va a HERBERT di Thomas Stuber.

Senza compromessi, radicale e denso, il film è sostenuto dalla straordinaria interpretazione del protagonista Peter Kurth. Raccontando la fisicità maschile e mettendoci di fronte a una crisi esistenziale, Herbert mostra ciò che è veramente essenziale nella vita. La fotografia ci porta dentro alla storia, sempre vicini al protagonista, con inesorabile intensità.

Una menzione speciale della giuria va al film DIE SCHWALBE di Mano Khalil.

 

Premio Fondazione Cassa di Risparmio di Bolzano al miglior documentario

La giuria internazionale composta da Tizza Covi, Petra Felber e Elena Fischli Hinshaw ha deciso di premiare LAMPEDUSA IM WINTER del regista Jakob Brossmann come miglior documentario e di attribuire una menzione speciale a “ALS DIE SONNE VOM HIMMEL FIEL” di Aya Domenig.

Di seguito le motivazioni della giuria:

LAMPEDUSA D’INVERNO ci offre uno sguardo pieno di rispetto su un microcosmo alla periferia d’Europa. Incontriamo uomini e donne che affrontano quotidianamente delle sfide esistenziali. Jakob Brossmann riesce a darci un ritratto complesso e commovente dell’isola e della sua popolazione.”

Menzione speciale per:
“Als die Sonne vom Himmel fiel” di Aya Domenig

per aver congiunto in modo convincente il personale col collettivo, il poetico col politico, la forma cinematografica con lo spazio socio-culturale.

Premio del pubblico Città di Bolzano

Il pubblico in sala ha votato per:

Un tango màs di German Kral 

Premio giuria studenti Euregio

Il film vincitore assegnato dalla giuria studenti, composta da David FrötscherDavid LamprechtCarlo BrugnaraDavide Polacco, Jasmine Wang, Theresa EggerJanick Entremont, Beatrice Fahrngruber e Jasmin Angler proveniente dal Tirolo, Alto Adige e dal Trentino e seguita dai tutor esperti Arnold Schnötzinger e Werther Ceccon è:

“Die Schwalbe” die Mano Khalil

Di seguito le motivazioni della giuria:

“Noi, la giuria giovani dell’Euregio, abbiamo deciso di promuovere il film che ci ha convinto maggiormente soprattutto grazie alla profondità dei temi affrontati e agli  interessanti sviluppi nella personalità dei protagonisti. La coerenza , la vitalità, la ricchezza espressiva delle immagini e la convincente prova da parte degli attori ci permettono di accostarci autenticamente a due mentalità in contrapposizione fra loro.

L’identificazione progressiva con i due protagonisti ci permette di avvicinarci alla ricerca, sempre presente, della propria identità e ad una cultura profondamente diversa. Anche lo spettatore viene invitato ad una ricerca del proprio io. Per tutti questi motivi la giuria giovani dell’Euregio ha deciso di premiare il film “Die Schwalbe” di Mano Khalil.”

Il film premiato rientrerà poi nel futuro programma scolastico KINO & SCHULE e sarà presentato in varie scuole di Bolzano, Innsbruck e Trento in presenza del/della regista, con la moderazione in sala fatta dei ragazzi stessi.

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Thomas Stuber, Herbert (Trailer)
Premio Provincia autonoma di Bolzano al miglior lungometraggio

BFFB consiglia!

Ci spiace, ma questo articolo è disponibile soltanto in Tedesco.