È una tragedia di Sofocle reinventata alla luce di Freud, il primo film dove Pasolini si misura con il Mito classico, per evocare, in modo visionario e onirico, la propria autobiografia. Con l’apporto del geniale Danilo Donati, il poeta-regista cala la storia di Edipo in una dimensione barbarica e allucinata, dove i paesaggi desertici del Marocco si contrappongono al bellissimo, dolente prologo friulano (impaginato come un film muto) e all’epilogo atemporale a Bologna e Milano. Il cast di interpreti quanto mai eterogeneo – Franco Citti, Silvana Mangano, Carmelo Bene, Julian Beck, Alida Valli – appare in sorprendente armonia con la
rêverie pasoliniana. (Roberto Chiesi)
Il film fa parte della rassegna cinematografica "Pasolini 100" in occasione del centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini, avvenuta il 5 marzo 1922.